Assobirra apre ai microbirrifici, riflessioni a margine
Pubblichiamo una riflessione di Agostino Arioli, birraio e presidente dell’area professionisti dell’associazione UnionBirrai, circa l’ingresso in Assobirra di alcuni microbirrifici avvenuto recentemente (leggi news), precisando come l’articolo esprima unicamente il suo personale pensiero.
Unionbirrai e Assobirra
Molti mi chiedono di esprimere un giudizio sull’ingresso ufficiale di Assobirra nel mondo della birra artigianale. Lo faccio ben volentieri. Assobirra è sempre stata l’associazione degli industriali della birra. Legata alla AITB (Associazione Italiana Tecnici Birrari) e quindi alla rivista tecnica “Birra e Malto”. E’ costituita da alcune multinazionali ben conosciute e da alcune birrerie di media grandezza. Da un certo punto di vista Assobirra avrebbe dovuto promuovere l’immagine della birra in Italia con conseguente aumento dei consumi. Dopo la famosa campagna “Birra e sai cosa bevi” che aveva come testimonial Enzo Arbore e che risale agli anni ’80 (vedi video), non si è più visto alcuna marcroscopica azione di Assobirra. Probabilmente si sono limitati a fungere da intermediari tra i vari gruppi e il governo o sue istituzioni come UTF prima e ora Agenzia delle Dogane. Un lobbying decisamente soft!
Negli ultimi tantissimi anni il consumo pro capite in Italia è cresciuto in maniera quasi intangibile e ci manteniamo ben saldi sull’ultimo gradino in Europa. In compenso l’accisa è cresciuta nei soli ultimi anni del 75% arrivando a pesare quasi “mezzo euro” al netto di IVA (= 0,6 euro per il consumatore) per una bottiglia di birra da 0,75 litri con gradazione pari a quella del vino normale. Inoltre l’immagine della birra era evidentemente perdente e legata per lo più al consumo estivo quale bibita gassata. Anni fa Assobirra ha deciso di rilanciare l’immagine della birra creando iniziative come il CERB e organizzando, soprattutto con Gambero Rosso, eventi di degustazione, anche spingendo sugli abbinamenti e sull’ampliamento dell’idea di birra da “bionda” o “birretta” a molto di più.
Si è capito che il consumatore desiderava ben più di quello che gli veniva offerto. Negli stessi anni Slow Food, stendardo di questi nuovi consumatori, raggiungeva le vette della popolarità. Negli stessi anni nasceva anche il fenomeno della birra artigianale italiana e Unionbirrai. Oggi, dopo molta (poca) birra passata sotto i ponti, sulla copertina de “Il Mondo della Birra” si legge il titolo di un articolo “Birra: è vera crisi?” e oggi, su ogni rivista e quotidiano e blog e sito che sia, italiano o estero, si legge invece di birra artigianale italiana come fenomeno molto dinamico, creativo e geniale. La birra artigianale fa parlare di sé molto e viene sempre più richiesta e prodotta senza che una lobby debba spendere milioni di euro per sostenerla. La birra industriale è in crisi salvo per quanto riguarda le specialità. Bene, credo che Assobirra, per quanto sopra evidenziato, abbia molte ragioni per cercare di sovrapporre l’immagine vincente del prodotto artigianale a quella un po’ frusta della birra industriale. Paradossalmente, gli elefanti hanno bisogno delle formiche… ma le formiche sono inconsapevoli della loro forza, ahimè!!
Unionbirrai, da dieci anni a questa parte non ha fatto che crescere. Oggi ha un Direttore impiegato full-time e una segretaria part-time. Oggi referente unica e seria di EBCU, la associazione europea dei consumatori, organizza “Birra dell’anno”, il più strutturato concorso birrario italiano con giudici di caratura internazionale, è sempre stata protagonista a Pianeta Birra e lo sarà anche di più nella nuova edizione, siede al tavolo con la direzione della agenzia delle entrate di Roma per la semplificazione del sistema di tassazione sulla birra, organizza sempre più corsi di cultura birraria, di degustazione, di tecnica birraria, di avviamento imprenditoriale al birrificio, creando così birrai e imprenditori sempre più capaci e impostati e consumatori sempre più informati, pubblica una rivista che per quanto essenziale nelle dimensioni, è veicolo di informazione molto importante, mantiene un sito web, ha messo a punto e a breve farà partire il marchio “Birra Artigianale”, assiste gli associati nella realizzazione del piano di autocontrollo sanitario (HACCP) e altro ancora.
La birra artigianale è un prodotto diverso da quella industriale perché manca di un buon numero di trattamenti di stabilizzazione fisica e/o chimica e perché è creativa e ad elevato contenuto di entusiasmo. A livello di gusto, ciò che la contraddistingue è senz’altro la fragranza e la freschezza (anche in birre da invecchiamento) e la caratterizzazione data da materie prime di prima e anche da piccole spigolosità che la rendono unica e indimenticabile (spesso). Per quanto riguarda le birre da meditazione, sono spesso di una complessità estremamente intrigante e raccontano storie di uomini, di sogni e di visioni. Birre industriali e artigianali sempre birre sono. Spesso, ancor oggi mi trovo a sottolineare, durante incontri e degustazioni, che non si deve mai far passare le birre industriali come birre cattive e quelle artigianali come buone. Non è e non sarà mai così. Sono semplicemente diverse. Personalmente ho un enorme rispetto dei birrai dell’industria che sono stati i miei maestri e alla cui corte sono cresciuto e tra l’altro ammiro molto il Dott. Terzaghi, Direttore di Assobirra, e lo ringrazio, per la disponibilità e apertura che ha spesso mostrato verso di noi. Per quanto riguarda formazione dei birrai, lobbying a livello ministeriale (pur con esigenze spesso ben diverse), studi su birra e salute e qualche altro punto, sarebbe meraviglioso che si potesse lavorare tutti assieme. Per quanto riguarda invece l’immagine della birra artigianale, cruda, naturale, creativa, locale, speciale e fresca, ritengo che al momento attuale qualsiasi confusione sarebbe estremamente deleteria per noi produttori e amanti della birra artigianale italiana.
Concludendo, riguardo la campagna tesseramento di Assobirra tra di noi, ritengo che aderire singolarmente, birrificio per birrificio, sarebbe un grave errore tattico. Molto meglio sarebbe che si aprisse un periodo di “fidanzamento” tra Unionbirrai e Assobirra sui temi comuni di cui sopra, con una regolamentazione precisa ed un controllo sull’uso che le due associazioni potrebbero fare del nome dell’altra in sede di promozione e comunicazione. Questa possibilità manterrebbe un equilibrio di forze adeguato. Il tutto dopo avere varato in pieno il progetto marchio birra artigianale. Oggi invece già si è visto un servizio in tv (da Assobirra) dove birra artigianale e birra industriale venivano praticamente trattate allo stesso modo. No Signori, la nostra identità va protetta con grande attenzione in questa delicata fase! Infine, non mi è ben chiaro come mai alcuni birrifici, per lo più provenienti da un Consobir che dopo solo poco più di un’anno sembra in via di dismissione, abbiano aderito ad Assobirra. In fondo quello che Assobirra offre oggi è quello che anche Consobir offriva: agevolazioni, acquisti di gruppo, partecipazione a fiere internazionali, ecc, ecc.
Il dibattito è aperto, spero.
Finalmente Agostino ed UB escono allo scoperto!
E con argomenti inoppugnabili…davanti ai quali la scelta di alcuni di aderire ad Assobirra appare sempre di più incomprensibile.
Forse non sappiamo tutto.
Aggiungo, Agostino, che non dovreste permettere di tenere comodamente i piedi in due scarpe.
Chi è entrato in Assobirra va espulso da UB!
Il motivo per cui continueranno a pagare la doppia quota è solo per la vostra eccellente organizzazione e possibilitàdi partecipazione agevolata a Pianeta Birra.
Col cavolo!
Che si facciano la fiera di fianco alla Carlsberg.
Temevo di espormi a simili farneticazioni. Mi dissocio da questi toni e non risponderò ne in questa ne in altra sede a simili sparate delle quali ho (e non sono il solo), veramente le tasche piene !!!
Farneticazioni?
Toni?
Agostino, attacca il condizionatore…
Bene, sembra che il dibattito si sia aperto. Peccato nella direzione non voluta.
Qualche saggio dirà: era prevedibile.
Possiamo riprovare?
grazie
P.S. attacchiamo tutti il condizionatore
Trovo molto equilibrato il tuo intervento. Anch’io credo che discussioni tecniche ed anche organizzative fra birrai industriali e artigianali facciano crescere e di molto entrambi.Non serve un’opposizione di forma e di facciata fatta di slogan, ma di sostanza si.
Penso infatti che le organizzazioni di categoria debbano essere separate perchè i mezzi, il modo di produrre, le prioritàdi un’insieme di aziende multinazionali è estremamente differente da quello di un’associazione di artigiani. Credo che il tema dello sviluppo sostenibile debba far parte della cultura della birra artigianale e debba prevalere su quello della finanza e del profitto ad ogni costo.
In questa luce ,che poi sono le mie convinzioni profonde auspico una riorganizzazione, sulla strada di cui hai parlato , di Unionbirrai che sappia rispondere alle esigenze variegate che provengono da tutti i birrifici italiani. Rappresentare tutti e non solo chi con la propria qualitàsi auto rappresenta forse è una sfida da raccogliere per creare anche alivello politico ed associativo un grande movimento artigiano.
Per Fermento Birra…ma era veramente Agostino?
@Schigi
Sì lo ha scritto lui. So bene che i tuoi commenti a caldo sono, come dire, impulsivi. Chiedo soltanto a te, come ad altri che scriveranno, di argomentare le proprie convinzioni in modo da creare perlomeno una polemica costruttiva.
Vorrei ribadire che Agostino è stato chiaro nell’affermare che questa è una sua riflessione e non il pensiero di UnionBirrai.
visto che sono socio UB, posso dire la mia, trovo che non ha senso che un birrificio sia iscritto in più associazioni di categoria , soprattutto considerando il fatto che non ricordo in quali settori sia possibile questa cosa, (mi iscrivo alla legacoop, e poi alla AGC ?.
inoltre tutto ciò porta a confusione e mancanza di trasparenza, sia verso i consumatori che verso gli associati UB.
@Fermento Birra
In quale parte il mio commento ti sembrava farneticante o sopra le righe?
Ho espresso in maniera gentile solo la mia opinione, che confermo.
Urca, io gli dico bravo e questo mi ringrazia così?
C’è qualche nervo scoperto mi sa.
Ma non è il modo di reagire.
Vergogna, Sig.Arioli.
Rispondo con piacere a “pistillone” (?! :-).
Ci sono due imprecisioni nel tuo intervento:
– ci si può iscrivere a tutte le associazioni di questo mondo, se si decide che ne vale la pena …
– Unionbirrai non è una associazione di categoria ma una associazione culturale che riunisce produttori e appassionati o consumatori più in generale.
Detto questo aggiungo che personalmente non vedo alcun problema nell’essere in più organizzazioni e soprattutto non è di nessuna utilità ergere barricate e muri “ideologici”. Men che meno una associazione ha a che fare con la fede calcistica e con il tifo.
Qui la domanda è: ne vale la pena di entrare in Assobirra (che sia o meno iscritto ad UB)? Al di la delle belle promesse, si tratta di una scelta valida anche dal punto di vista strategico e per il futuro ?
In che modo gestire la convivenza con i nostri cugini e spesso amici della birra industriale ?
Con il mio intervento ho cercato di rispondere a queste domande al momento molto importanti. Senza il livore e il settarismo e la presunzione di rappresentare “la verità” e senza che chi è entrato in Assobirra diventi un mio nemico.
Molti di quelli che si scagliano, sono poi incantati come bimbi davanti a birre e birrifci di altri paesi che sono in stretto contatto e collaborazione con il mondo della birra industriale o che addirittura abitano nella stessa associazione ! Cosa ti dice questo ?
Agostino
:-)
Nella risposta a Pistillone di Agostino c’è tutto il senso e le motivazioni della crisi (ormai temo irreversibile) in cui versa l’associazione del cui comitato direttivo fa parte.
Il cui timoniere occulto ha guidato in questi anni con imperizia, assenza di progettualità visione futura verso gli scogli dell’autoannullamento.
Nonostante questi risultati, fieramente chiude gli occhi davanti alla tragedia.
Sarà l’ultimo ad abbandonare la nave?
@Agostino
In 24 ore ti ho fatto passare dalle tasche piene al sorriso.
Mi compiaccio di come posso essere artefice della tua volubilità.
sinceramente sono confuso.
aprire alla birra industriale mi sembra una sconfitta..a pelle..
però UB può dare e fare molto ancora.
Perché possiede cultura e non è poco.
Marcobirra, si può vedere una sconfitta se si vede una guerra. Come ho scritto sono profondamente convinto della diversitàtra b. artigianale ed industriale ma per fortuna diversitànon implica necessariamente opposizione e lotta. Credo che tutti condividiamo il sogno di trovare sempre più buona birra artigianale italiana e se questo passa anche attraverso la collaborazione con i nostri cugini, che male c’è ? Cosi come le richieste di birra che mi arrivano oggi con 260 micro in Italia sono molte più di quelle che avevo quando eravamo in 10, cosi posso immaginare una sinergia virtuosa tra birra artigianale e birra industriale senza, ripeto, senza che ci sia confusione sulle differenze tra i due prodotti. Crescere come “mercato” va bene ! Non è che i birrai italiani debbano necessariamente restare nelle cantine e farsi un mazzo così per due zucche e un melone. Non c’entra niente con l’artigianalitàe le qualitàdella birra, anzi … semmai è proprio il contrario. C’è una forte spinta conservatrice in movimento nel nostro piccolo mondo che vorrebbe vedere tutto restare com’era. Io mi sento operosamente proteso verso un futuro di grande successo di tutta la birra e credo che servano apertura e senso di collaborazione, non guerre.
Ago
@ Agostino: beh, a questo punto strada e prospettive mi sembrano tracciate, bisogneràvedere adesso il percorso e le prossime mosse ed adesioni.
Avevo espresso , spero in maniera civile, le mie contrarietà, è ovvio che la mia è un’opinione e voi siete i soggetti coinvolti che decidono.
Quindi in prospettiva Unionbirrai svolgeràsempre più una funzione culturale, lasciando ad Assobirra la rappresentativitàdella categoria, con le problematiche di rappresentanza, politiche, fiscali , amministrative, etc.
E’ cosi’?
Come vedi alle luce delle tue dichiarazioni il futuro di Unionbirrai ? la funzione ?
Nel campo culturale non vedi l rischio di sovapposizioni ?
ed i birrifici piccoli? Non credo aderiranno tutti o potranno aderire ?
Ciao e grazie
Non ci sono solo le sconfitte belliche, ma anche quelle degli ideali.
Come non può esserci confusione tra i prodotti?
Chi avràvantaggio ad affiancare la Moretti Grand Cru alla Scires?
Ho riletto alcuni passi di questo e sembrano passati decenni.
E’ vero, sono un conservatore.
@Paolo Mazzola
Ci tengo a precisare che Agostino parla a titolo personale e come detto da lui il dibattito è aperto!
Ciao e a presto!
@Simone
Ma una posizioncina di UB allora, si riesce ad avere?
Ciao Schigi, lo so per molti parràincredibile, ma al momento abbiamo prioritàenormi che incideranno a mio avviso molto di più sul futuro di Unionbirrai di quanto possa fare un comunicato sull’argomento “associazioni”. Comunque sicuramente analizzeremo gli ultimi sviluppi ed ovviamente risponderemo alle richieste dei nostri soci.
Caro Paolo, non ho mai scritto nè detto niente del genere : “Quindi in prospettiva Unionbirrai svolgeràsempre più una funzione culturale, lasciando ad Assobirra la rappresentativitàdella categoria, con le problematiche di rappresentanza, politiche, fiscali , amministrative, etc.”. Unionbirrai sta andando avanti a spron battuto, con i suoi mezzi, nel fornire servizi ai birrifici oltre che a fare cultura per tutti. A Roma, al tavolo della agenzia delle diogane c’era Unionbirrai per i micro e Assobirra per i macro.
Se proprio volessi sintetizzare, alla luce di questo scambio, il mio pensiero direi che (per lo più trascrivo cose giàscritte):
– iscriversi singolarmente ad Assobirra sarebbe un grossolano errore tattico e strategico. Purtroppo non siamo consapevoli della nostra enorme forza;
– d’altrocanto esistono degli argomenti entro i quali si può e si dovrebbe collaborare con i nostri cugini dell’induistria, cioè formazione, alcuni aspetti legali e comunicazione su alcol e salute. Sono contrario a qualsiasi barriera dogmatica.
– per l’aspetto dell’immagine si dovrebbe essere sicuri (mi pare di averlo detto in caratteri cubitali)che non ci siano rimescolamenti ad arte delle carte. Mi posso immaginare che l’unica entitàcon la forza necessaria per gestire una collaborazione con Assobirra garantendo però l’immagine speciale delle “nostre” birre, ce l’abbia solo UB (vedi anche discorso marchio !!!). Inoltre ho parlato di fidanzamento, termine volutamente vago perchè la mia immaginazione non è arrivata al dettaglio della cosa e di finanziamento lungo perchè ci si dovrebbe annusare un bel po’ prima di “consumare” ;-).
Personalmente il fuituro di UB lo vedo come il passato: sempre in crescita, in maturazione, a rappresentare la birra artigianale italiana dall’una e dall’altra parte delle spine ! Come giustamente ha fatto notare Monetti, non sempre riteniamo utile entrare in dibattiti e polemiche inutili. Si preferisce andare avanti a testa bassa cercando di fare il meglio possibile. Con tutti i limiti della struttura e con tutta l’intenzione di migliorare sempre.
C’è lavoro e soddisfazione per tutti in UB. Le porte sono aperte per chi ha il piacere di occuparsi di birra artigianale italiana.
Ago
@Simone
Tantissimi auguri, di cuore.
dimenticavo ti ringrazio per la risposta e ti auguro buon lavoro.
ciao, Agostino, io sono quel ragazzo Sardo che ha fatto visita qualche mese fa ed è stato accolto più che bene dai tuoi soci.
intanto mi chiedo perché non hai posto questo spunto nel forum UB, che è veramente morto, noi soci avremo bisogno di capire che direzione vuole prendere UB.
rispetto la tua opinione però mi sembra una opinione da libro cuore, che non sta ne in cielo ne in terra.
cosa ha da spartire il tuo birrificio con la becks hello kitty ?, cona la afligem-moretti, cosa ha da spartire il tuo website con quello assobirra?, io non voglio fare una guerra ideologica e detesto il modo di porsi di schigi ma purtroppo lo scenario che lui sta supponendo è più che credibile è già in costruzione.
il problema non è che la birra artigianale e il suo movimento cresca, ma che imploda nel suo interno vittima del virus del profitto che vuole trasformare la birra cruda in un fenomeno puramente commerciale, e come la storia della rana che voleva diventare grossa come il toro e alla fine è esplosa in mille pezzi.
inoltre ti esorto a scrivere nel forum UB.
Caro Pistillone, ti ringrazio per avermi paragonato agli edificanti personaggi di De Amicis che oggi passano per lo più per scemi, mi rendo conto, ma che io continuo a stimare. Credo di essere a tratti ingenuo e ottimista e d’altro canto credo che sia una caratteristica indispensabile per fare 10 anni di lavoro nell’associazione. Se vuoi un futuro diverso non lo ottieni mettendoti alla finestra a puntare il dito su quello che succede e su quello che fanno gli altri ma partecipando. Questo è il mio principale punto di vista. Non è male essere ottimisti e vedere il bicchiere mezzo pieno. Come ben sai, immagino, ciò non mi impedisce di essere concreto e fattivo. Ti ringrazio per avermi ripreso sull’uso del forum UB. Avrò cura di seguire il tuo consiglio che ritengo molto giusto.
Circa le nere previsioni delle varie Cassandre ti dico che le stesse identiche cose le sento da dieci anni specialmente quando saltano fuori nuovi gruppi come ADB e Consobir o Mobi che a sentire certi commenti avrebbero dovuto annullare UB o addirittura creare devastazione nel mondo della birra artigianale… Io prendo in considerazione anche che ci siano più associazioni ma che UB continui a fare il meglio possibile, con coscienza e senza inutile isteria. Ciò mi basterebbe.
Agostino
Mi viene il diabete.
De Amicis a tuo confronto è Bukowsky.
La cosa insopportabile è questa tiritera finto buonista su se stessi (boccaccia mia statti zitta) in contrapposizione al mondo esterno popolato da cattivi.
Tutti quelli che erano in UB sono usciti per aspirazioni personalistiche e non perché c’era un ducetto attento a non delegare il suo piccolo potere.
Questa cosa deve finire.
Esprimo anche qui il mio parere. C’è del buono in quanto dice Agostino sul fatto di mantenersi aperti e flessibili, di trovare collaborazioni con chiunque possa dare vantaggi al movimento, che si chiami Assobirra o altro. C’è del buono però anche in quanto dice Schigi. Non si tratta di Cassandre, si vada semplicemente su Google e si digiti “assobirra + birra artigianale”. Assobirra ha creato più contatti e pubblicazioni con un annuncio di quanto abbiano fatto in un anno altri siti specialistici o altre associazioni. Pur avendo stima ed amicizia per molti birrai confluiti in Assobirra, stanno dando la possibilitàall’associazione degli industriali di comunicare sulla Birra Artigianale. E questo non lo trovo giusto nè per la birra rtigianale nè nei confronti del consumatore. Anche io ho grande stima del Dr Terzaghi e di Assobirra e credo che ci potrebbero essere progetti comuni molto vantaggiosi specie per i microbirrifici. Ma questo non vuol dire che siano loro a portare avanti la bandiera della Birra Artigianale. Il mio impegno, per quello che posso in termini di tempo e peso specifico, è quello di offrire ad Unionbirrai quella che può essere la mia esperienza non nella produzione della birra, essendoci giàpersone molto brave in questo, ma su altre mie esperienze trascorse e soprattutto sto cercando di coalizzare il movimento dei birrai verso Unionbirrai, in modo che ci si unisca, non per fare una guerra dei poveri, ma per avere, come si dice in gergo, una share of voice che sia per lo meno appena comparabile ad Assobirra. Per consumi e per interesse dei media è il momento buono, o meglio stiamo passando il punto di non ritorno. Una associazione che unisca e regolamenti è assolutamente necessaria, crearne una nuova è molto più faticoso e dispendioso che far crescere Unionbirrai e si perderebbe comunque un patrimonio importantissimo(scusate il cinismo). Compattiamoci e lavoriamo per avere una direzione futura, che sia condivisa dal massimo numero di microbirrifici, da appassionati e da consumatori. Meno litigi e più progettualitàe ricerca di fondi e di nuovi associati. Più rappresentativitàanche per chi è decentrato.
@Agostino
Sono settimane che ci ripenso…ma qualcosa che hai detto nel post del 19giugno, mi lascia molto perplesso:
cito:
Quindi, se ho capito bene, UB è un’associazione culturale alla quale tutti possono iscriversi e Assobirra è un’associazione di categoria.
Associazioni culturali e associazioni di categoria sono cose diverse, hanno scopi diversi e finalità diverse.
Si possono rivolgere anche allo stesso target.
Ora, se UB e AB sono due cose diverse, di che stiamo discutendo? Ovvio che se voglio associarmi all’associazione di categoria e ce n’è una sola, il problema non si ponga nemmeno.
Ho frainteso qualcosa?
Il testo quotato è sparitto…
Lo ripropongo qui:
Agostino dice:
“Rispondo con piacere a pistillone (?! :-).
Ci sono due imprecisioni nel tuo intervento:
– ci si può iscrivere a tutte le associazioni di questo mondo, se si decide che ne vale la pena
– Unionbirrai non è una associazione di categoria ma una associazione culturale che riunisce produttori e appassionati o consumatori più in generale.”
io mi chiedo come mai certi leoni del web diventano pavidi come pecore quando incontrano di persona il diavolo musso ?.
forse è meglio smetterla con gli isterismi e concentrarsi su quello che c’e’ da fare per salvare e sostenere la cultura della buona birra artigianale.
chiamare Musso “diavolo” è già isterismo caro pistillone..
concordo, musso è semplicemente un produttore di birra che ha fatto una scelta, e nel merito la si può discutere, ricordando però che quando gli conveniva demonizzava la birra industriale.
il punto che ci vorrebbe solo un po’ di chiarezza tutto qui.