Beer news: nuove birre italiane in uscita
Partiamo dalla Puglia con la consueta carrellata di etichette comparse di recente in birrerie e beershop. A Modugno (in provincia di Bari) il birrificio Svevo ha presentato la Oud Troy (6,5° alc.), birra con netta vocazione oud bruin ma che per definizione rientrerebbe nel gruppo delle italian grape ale. Si tratta infatti di un prodotto con base congruente alla Barbarossa che prevede l’aggiunta di mosto di Nero di Troia della cantina Casaltrinità, conferendo acidità ed una componente tannica, ben presente.
Poco più a nord, in Basilicata, ecco la nuova nata in casa del Birrificio del Vulture: la Vultur 1921, una strong bitter da 5,5% vol. con una discreta componente maltata a bilanciare un amaro predominante ma non invadente (il nome omaggia la più antica squadra di calcio della Basilicata, che proprio quest’anno ha ottenuto la promozione).
Nel Lazio, Conor Gallagher-Deeks, birraio di Hilltop Brewery, lancia sul mercato la Calandrina, una hoppy saison da 4,8° alc. con un’aromatizzazione ispirata direttamente al Gin Tonic: bacche di ginepro e scorza di limone. A Latina assistiamo ad una collaborazione atipica, che non ha come protagonisti due birrifici: infatti delle quattro mani che stanno alla base di questa birra le prime due sono del birrificio East Side, mentre la terza e la quarta appartengono a Francesco Antonelli, one man band del blog Brewing Bad. Nasce così la Badside (3,9% vol.), berliner weisse arricchita da un bel dry-hopping che apporta alla acidità di base anche un notevole carattere resinoso, portando il ventaglio descrittivo su note di lime e pompelmo, in una bevuta snella e dissetante.
Tris di novità anche per il birrificio Docks di Niviano di Rivergaro (PC), che lancia la Lucky, golden ale di 5% vol. beverina e leggermente amaricata; la Kombo, bassa fermentazione in stile bock (6,5% vol.) dominata da sensazioni di caramello e frutta secca; e la Kleo, una blanche da 5 gradi alcolici con classica speziatura di coriandolo e scorze d’arancia ed utilizzo di fiocchi d’avena. Sempre in provincia di Piacenza il birrificio Retorto firma una collaboration brew con Luckybrews: l’etichetta riporta l’appellativo Breakfast, e si tratta di una dark ale prodotta con caffè arabica e lattosio (da qui il nome). I ragazzi di Luckybrews presentano anche una birra a proprio nome, si tratta della Blackbeard, brown ale di 4,9° alc. dagli aromi di nocciola e cioccolato senza tralasciare un lieve tono erbaceo sprigionato da luppoli inglesi. A Mulazzano (RN), Birra Riminese presenta LaLella, bitter che come licenze poetiche si prende quella di un tenore alcolico piuttosto elevato (6,5% vol.) e quella di un’aggiunta in ammostamento di farro non maltato.
Spostiamoci a ovest dove in Liguria il birrificio Nadir ha in serbo due news: è il caso della PedalHop, american bitter di 3,4% vol. con un leggero biscottato dei malti che accompagna una luppolatura esclusivamente americana, e della Jack-A (4,8% vol.), golden ale con aggiunta di fagioli Tenerino di Ugello coltivati dall’azienda agricola Oliva Gabriella. Nella stessa regione Superba fa uscire la Super Erba!, birra dal modesto tenore alcolico (5° alc.) brassata con semi di canapa bio. In Piemonte fiocco rosa in casa Grado Plato con la I.P.A. (5,4% vol.), birra appartenente all’omonimo stile ma con la particolarità del solo utilizzo di Mandarina Bavaria per un totale di 60 IBU ed una componente aromatica ben presente. A Vercelli il birrificio Sant’Andrea ha iniziato a produrre la Sexon, saison di 5,5 gradi alcolici dal bouquet olfattivo arricchito dall’utilizzo di pepe e peperoncino della specie Beni Higlands.
In Trentino-Alto Adige il birrificio Leder presenta la PonAle, summer ale (5% vol.) che connubia luppoli continentali di carattere erbaceo e luppoli americani conferenti note agrumate. Il birrificio Batzen Bräu (a Bolzano) e il birrificio Hop Skin (a Curno, in provincia di Bergamo) hanno collaborato con Simonmattia Riva (degustatore e vincitore del titolo mondiale di “beer sommelier” del 2015) producendo una sorta di birra celebrativa per il suo trionfo. Si chiama My cup of tea e si tratta di una special bitter realizzata con aggiunta di té nero indiano in infusione. Entrambi i birrifici hanno prodotto la stessa ricetta, che differisce nelle due versioni solo per la tipologia di acqua e di lievito.
Nel Veneto a Maerne di Martellago, il Birrificio Artigianale Veneziano è uscito con la Bona Legge, una saison di 6% vol. la cui parte fermescentibile è data da ben tre cereali (orzo, segale, frumento), tutti in versione maltata. Il birrificio padovano (Campodarsego) CR/AK ha lanciato una serie di quattro session ipa monoluppolo utilizzando styrian wolf, mandarina bavaria, hüll melon e hallertau blanc (quattro luppoli continentali), tutte con la stessa base maltata e lo stesso tenore alcolico (4,2% vol.), ma con caratteristiche differenti apportate proprio dalle diverse specie di luppolo. I nomi coincidono con i nomi delle infiorescenze utilizzate.
Non manca il fermento in Lombardia, dove Hammer propone la sua ricetta al caldo estivo con la Microwave (che dal nome si presenta come la sorella minore della Wave Runner, anche se la ricetta è molto diversa): Simcoe ed Amarillo dominano la scena con 40 IBU di amaro e con un aroma ben presente, il tutto racchiuso in 4,5 gradi etilici. A Sirone (LC) il birrificio Lariano ha da poco commercializzato la Stonehenge, rye ipa di 5% vol., una birra con una forte componente aromatica di luppolo (utilizzati in dry-hopping Sorachi Ace, Citra e Cascade) e di pungente speziatura data dal malto di segale, ammorbidita comunque da una piccola percentuale di avena. La Birreria Artigiana Vallecellio produce adesso due nuove birre gluten-free: La Castanea (con aggiunta di castagne secche) e La Mondina (blanche con riso arborio). Anche Extraomnes esce con un’altro inedito: la Zang Tumb Tumb (omaggio al manifesto futurista di Marinetti), di chiara ispirazione belga, con un’attenzione particolare ai ceppi di lieviti utilizzati – un mix, in realtà – tra i quali compare il brettanomyces bruxellensis trois, capace di restare su un profilo aromatico fruttato e di non sconfinare sugli aromi tipici degli altri brettanomyces. La stazza etilica si attesta sui 7,5° alc. Degna di nota, nella sua dissacrante creatività, l’ultima nata del Birrificio Italiano, frutto di un tag team con Sebastian Sauer di Freigeist Bierkultur: stiamo parlando della Mamma Mia, una “rhubarb pie beer”, bassa fermentazione con malti di segale e frumento, fiocchi d’avena, succo di rabarbaro e aroma di diacetile volutamente aggiunto.
Concludiamo con la Sicilia, con il birrificio Birra Epica che piazza sul mercato una white ipa che vuole coniugare nel bicchiere i toni speziati di una wit e le caratteristiche citriche e resinose di una ipa. Il valore etilico si attesta sui 4,7% vol. ed il nome riportato in etichetta è Kore, con il birrificio che rimane fedele alla linea che prevede di assegnare ad ogni birra l’appellativo di un personaggio della mitologia greca (Kore è l’altro nome di Persefone).