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Beer tour in Bruxelles: dove bere una buona birra

Bruxelles è una delle mie città preferite, non tanto per la maestosa e raffinata Gran Place, la piazza centrale, contornata da meravigliosi palazzi che ti abbracciano nella maestosità delle loro guglie; non solo perché è una città cosmopolita, con una variegata mescolanza di etnie e culture che si suddividono la città, ma soprattutto perché è una vera e propria mecca per un appassionato di birre, piena di locali, piccoli o grandi e ristoranti con carta della birra e spesso con piatti cucinati con la birra, che lasciano solo l’imbarazzo della scelta. Insomma, tra una passeggiata a naso in su per guardare i palazzi e la visita a qualche museo, non manca mai l’occasione di sorseggiare una buona birra.

Oggi a Bruxelles sono attivi due birrifici: Cantillon e De La Senne. Per quanto i rispettivi proprietari siano amici e abbiano anche collaborato in alcune occasioni, non potrebbe esistere una dicotomia che meglio spieghi la contraddizione e la pluralità del mondo brassicolo belga: uno, Cantillon, ben saldo nella tradizione, ancestrale, delle birre a fermentazione spontanea, il lambic e le sue varie declinazioni (Gueuze, Kriek, Framboise ecc), l’altro, De La Senne, che con la Taras Bulba e altre creazioni, ha contribuito non poco a portare il Belgio in una nuova dimensione, con produzioni moderne e incredibilmente attuali, benché senza rotture traumatiche con il passato. Ma andiamo con ordine: come ci si può muovere nella mecca del beer hunter? Anzitutto consiglio di prenotare con largo anticipo l’albergo; oltre che una capitale europea, meta di turismo, Bruxelles è anche sede del Parlamento Europeo, quindi può capitare spesso di avere difficoltà a trovare un posto in albergo, quanto meno a prezzi decenti e, paradossalmente, è più facile usufruire di offerte speciali nel weekend.

Io di solito scendo a Midi (Zuid) Station, terminal dei treni ad alta velocità da Parigi, comoda in treno dall’aeroporto di Zaventem (Bruxelles National) così come con il bus navetta da quello di Charleroi (Bruxelles Sud), ma che soprattutto è a 5 minuti di camminata da Cantillon, birrificio e museo. Due chiacchiere con Jean Van Roy, con sua sorella Julie o suo padre Jean Pierre (a volte anche con la mamma, Claude Cantillon) o Sophie, il braccio destro armato di Jean, ovviamente con in mano il primo bicchiere di Gueuze servito nella nuova zona bar e magari un giretto per il birrificio, tra i macchinari di fine ‘800 e le botti, che ha sempre il suo fascino, anche dopo decine di visite.

Quindi riprendo la camminata verso il centro (di solito mi prenoto un albergo attorno alla Borsa, verso la Grand Place, o nei dintorni di piazza Sainte-Catherine, che mi permette di raggiungere buona parte dei locali senza bisogno dei mezzi pubblici), lasciando il quartiere di Anderlecht, oggi popolato dall’ondata di immigrati arabi, risalendo Bld. Lemonnier, con tappa al Moeder Lambic di place Fontainas. Pub moderno e raffinato con una scelta di birre a fermentazione spontanea alla spina a dir poco imbarazzante, che si accompagnano a birre belghe tradizionali quanto attuali ed intriganti: se c’è qualche novità nel panorama brassicolo locale, qui la troverete senz’altro e pure in anteprima. Il menu del cibo è più contenuto, ma la selezione di formaggi è decisamente interessante e segnalo pure un caffè, espresso all’italiana, di pregevole fattura!

A pochi passi, in rue de Chêne (Eikstraat) 5, proprio di fronte al Manneken Pis (o Petit Julien, la statua in bronzo nota in tutto il mondo, che spesso viene anche adornata, in occasione di festività o ricorrenze), si trova il Poechenelle Kelder, caldo ed accogliente pub a metà strada tra un museo del kitsch, ovunque sono appese marionette, foto, oggetti oltreché bottiglie e i cui tavoli sono dedicati a svariati personaggi che negli anni sono stati (o sono tuttora) clienti del locale. La selezione di birre è meno eclettica del Moeder, ma comunque interessante e il servizio sempre all’altezza. Tra l’altro l’associazione che si occupa di vestire il Manneken si ritrova qui, come testimoniano numerose foto appese alle pareti.

Siamo nel cuore di Bruxelles, a due passi dalla Grand Place (Grote markt), il cuore pulsante, sede del municipio, di scenografici caffè e dei palazzi di antiche corporazioni (macellai, fornai, ebanisti, merciai, dei sarti ecc) e del Musée de la Brasserie (museo della birra, trovo più interessante visitare Cantillon o De La Senne, ma una visita nella vita la merita comunque). Ci sarebbe anche il birrificio della Gran Place, ma attualmente pare che non produca più: benché gli impianti siano ancora in bella vista, svetta anche, in vetrina, il marchio di una nota industria di birre.

Qui attorno è un fiorire di locali di interesse storico birrario: il Theatre Royal de Toone, magari poco invitante per la scelta delle birre, ma sicuramente accattivante, visto che è tutt’oggi un teatro delle marionette, il Delirium Cafè, tre piani scenografici e una carta delle birre imbarazzante per quantità (armatevi di santa pazienza, i tempi per trovarle in cantina sono lunghi e i prezzi a volte esosi), al primo piano il pub dedicato alle birre straniere, con interessanti proposte che arrivano dagli Stati Uniti così come dai quattro angoli del mondo, sempre strapieno di giovani e turisti. La Morte Subite, dall’altro lato della Galerie de la Reine un vecchio caffè ricco di storia, più che di birre interessanti, ma può essere divertente entrare verso le 4 del pomeriggio e trovarsi in mezzo ad eleganti signore che sorseggiano la loro Westmalle Tripel!

Altri locali interessanti sono, proprio dietro alla Borsa, La Bécasse, di cui regolarmente manco l’ingresso e devo tornare indietro: un piccolo cancello (come il Toone, del resto) che immette in un angusto cortiletto. Dentro un vecchio pub con il legno a farla da padrone. Negli ultimi tempi birre e servizio sono un po’ calati, ma merita per l’atmosfera.

Su Cellebroersstraat, uno a pochi passi dall’altro, si trovano La Fleur En Papier Doré e La Porte Noire. Il primo è un locale storico dove pare che René Magritte spendesse il suo tempo (spero gustandosi il Lambic . La prima sala e la sala dove si trova il banco sono splendide. Il secondo si trova in una cantina, ora che non si fuma più si riescono a scorgere le volte a crociera del soffitto e si riescono ad apprezzare meglio gli aromi delle birre, la cui scelta è ampia e interessante.

A questo punto però bisogna anche pensare a mangiare. Bruxelles è famosa per i cavolini omonimi, ma per fortuna l’offerta culinaria è ampia e variegata e la possibilità di mangiare bene, magari con un menù alla birra non manca e – paese civile – la carta delle birre è presente più o meno ovunque. In una traversa di place Jeau de balle (dove si tiene un mercatino delle pulci) si trova il Restobières (oggi diviso in due locali, uno di fronte all’altro, lo storico, piccolo e pieno di momorabilia di ogni genere, sulla destra scendendo verso la piazza), del mitico Alain Fayt, istrionico cuoco famoso per la sua cucina alla birra. Se è in serata vi intratterrà travestendosi da frate o imitando personaggi noti nel mondo della birra belga e a quel punto non uscite senza averlo visto preparare lo zabaione alla kriek (se non lo ordinate voi, state attenti che qualche uovo, incidentalmente, non voli nella vostro direzione!). Consiglio la prenotazione, i prezzi alla carta sono un po’ alti, ma con i menu degustazione conterrete la spesa (se viaggiate con Kuaska è molto probabile uno sconto e varie birre offerte).

Il Nuetnigenough (nel dialetto locale è la persona che non ne ha mai abbastanza) è invece un piccolo ristorante in stile liberty (fate un salto in bagno per apprezzare l’arredamento), cucina interessante, così come la carta delle birre. Il prezzo è abbastanza contenuto, l’unico problema è trovare posto: armatevi di santa pazienza o abbiate pronto il piano B.

Se siete in dolce compagnia, volete fare colpo e non badate a spese, prima fate un salto da Laurent Gerbaud e assaggiate le sue praline e le altre creazioni nel moderno laboratorio in rue Revenstein: fosse anche una cioccolata in tazza, non vi deluderà! E non c’è paragone con le varie “boutique della cioccolata” per turisti attorno alla Gran Place: Laurent è un maestro cioccolatiere, usa materie prime di altissimo livello ed è anche un appassionato di birra, che potreste provare insieme ai suoi cioccolatini. Quindi potreste fare due passi verso il museo Magritte e sempre abbastanza in zona, in Rue Montagne de la Cour 2 trovate lo splendido palazzo in ferro e vetro dell’Old England, ora sede del “Musée des instruments de musique”. A questo punto potete andare a cena: accanto a place de la Chappelle si trova Les Brigittines di Dirk Miny, cuoco rinomato, che in un bell’ambiente, sobrio ed elegante, vi farà servire i suoi eccellenti piatti accompagnati da vini o birre, a vostra scelta.

Laurent e Dirk fanno parte con Jean Van Roy (Cantillon), Jean Hummler e Andy Mengal (Moeder Lambic) e Yvan De Baets (De La Senne) di una piccola cerchia di innovatori, ma rispettosi della tradizione, che piano piano si sono incontrati, conosciuti e oggi si stimano e spesso si vedono insieme, scambiandosi visite più di piacere che di cortesia, nei rispettivi locali o laboratori.

Un viaggio a Bruxelles non può dirsi completo senza una visita al Moeder Lambic di St. Gilles, il locale originale, di grande atmosfera e grandi birre, da cui è partita l’avventura di Jean e Andy piuttosto che al birrificio De La Senne (a Molenbeek-Saint-Jean, in Chaussée de Gand 565), dove troverete un zona pub per gli ospiti, con vista sulla produzione, per assaggiare le creazioni di Yvan e Bernard, i due brasseur. Anche il Bier Circus (Rue de l’Enseignement 57) merita una visita. Non l’ho inserito nelle mete di ristorazione perché non ha più l’offerta di alto livello di un tempo, benché sia ancora possibile mangiare. La carta delle birre vintage resta comunque di altissimo livello.

E ancora, in ordine sparso, un po’ di locali che potrebbero interessare, come il Restaurant La Vilette (Rue du Vieux Marché aux grains 3, praticamente in Place St Catherine ), con buona cucina alla birra e una discreta lista di birre. Così come il Friture René (Place de la Résistance 14, in Anderlecht). All’Archiduc (Rue Antoine Dansaertstraat 6) evitate le spine e concentratevi sulle bottuglie : Girardin, un po’ di Trappiste e potetreste scovare anche qualche Cantillon. Più ricercate le birre al Booze ’n’ Blues (Rue des Riches Claires 20), interessante locale, in cui il gestore è parte integrante del divertimento.

Purtroppo ogni tanto un locale cede la gestione o peggio ancora chiude e basta. È un peccato, certo, e ci siamo rimasti tutti male quando ha chiuso lo Zageman e altri localini che ci eravamo scovati negli anni, ma c’est la vie: il bello di Bruxelles è che è una città viva, dove di tanto in tanto si scopre un nuovo locale o che uno vecchio ha cambiato la sua propensione ed è ora un posto assolutamente da frequentare, anche se qualcuno è ancora un po’ critico per l’angolo pub aperto in Cantillon, non in stile con il museo, ma, parole dei Van Roy ”this is a living brewery” e meno male che è un birrificio in vita, che quindi evolve e non involve, aggiungo io! Perfetto, mi è venuta una gran voglia di andare, biglietto dell’aereo in mano e albergo prenotato: ci vediamo là!