Una birra al giorno contro osteoporosi e infarto
Riportate alcuni giorni fa sulle nostre “colonne” le attestazioni di merito che, da parte di operatori della ricerca, vengono attribuite, in termini di benefici al corretto funzionamento dell’organismo, al lievito, stavolta, a salire sull’ideale ribalta riservata alle “medaglie al valore salutistico”, tocca proprio alla birra in sé.
La notizia arriva dagli Stati Uniti: in particolare dalla University of California, il cui campus si trova a Davis, città situata nella parte centro-settentrionale dello stato, 18 km a ovest della capitale Sacramento e 113 km a nord-est di San Francisco. Ebbene, studiosi dell’ateneo americano hanno raccolto risultati stando ai quali il “farsi una pinta” – sempre (ripeterlo è questi superfluo) a patto di praticare questo sport con moderazione – sembrerebbe contribuire alla prevenzione di una patologia come l’osteoporosi e di un pericolo assai diffusa nelle società occidentali: il rischio d’infarto. Questo perché le birre (in special modo le chiare, sembra) da un lato contribuiscono a scongiurare l’aumento di omocistrina, amminoacido responsabile degli attacchi di cuore; dall’altro contengono silicio dietetico, elemento fondamentale per la formazione delle ossa, capace di proteggerle dall’indebolimento (rallentandone il processo di erosione e decalcificazione) e quindi preservandole dalle conseguenti fratture.