Birrificio Hacker-Pschorr

Assorbito nel 1985 dalla Paulaner (e quindi oggi esso stesso sotto la proprietà della Brau Holding International, società partecipata al 50,1 % dal gruppo Schörghuber e al 49,9 % dal gruppo Heineken), il marchio monacense Hacker-Pschorr non possiede un suo sito produttivo esclusivamente dedicato e vede le sue etichette, tutte comunque rigorosamente di tradizionale appartenenza tedesca (la referenza più nota è probabilmente la Weisse), uscire dagli impianti di brassaggio della stessa Paulaner. Resta, peraltro, uno dei nomi simbolo del boccale bavarese, non a caso è uno dei soli sei nomi ammessi in esclusiva all’Oktoberfest (gli altri sono quelli della Spaten, della Hofbräuhaus, della Löwenbräu, della Augustiner e, ovviamente, della Paulaner medesima). Quanto alla storia, le origini rimandano al 1417, quando l’attività reca la denominazione di Preustatt an der Hagkagasse, per poi assumere, dopo l’acquisizione nel 1738 da parte di Simon Hacker, quella corrispondente al cognome del nuovo proprietario. La timeline ci porta poi al 1797, quando l’impresa viene rilevata da Joseph Pschorr che aveva sposato Therese Hacker, che succede al padre di lei e che, successivamente, avvierà un altro stabilimento dando a esso il proprio cognome. La coppia ebbe due figli, a ciascuno dei quali andrà una delle due imprese di famiglia, le quali marceranno separate fino alla fusione nel 1972 e continuando a etichettare con brand distinti fino al 1975. Tra i locali a marchio, da segnalare quello ad Amburgo, in Lange Reihe 97.
Informazioni e contatti
Hochstrasse 75, Monaco, Baviera
0049 (89) 48 00 50
www.paulaner.de