Degustare una birra: le condizioni ambientali e psicofisiche

Per una corretta degustazione sono ovviamente fondamentali le condizioni ambientali. I principali aspetti che devono essere tenuti in considerazione per una corretta degustazione sono:

Illuminazione
Deve essere individuata una stanza luminosa, illuminata da luce diurna (ma senza i raggi del sole diretti), il più possibile neutra come colori (ideali le pareti bianche)

Assenza di odori
La stanza deve essere ben arieggiata, ovviamente priva di odori che andrebbero a inficiare la degustazione. Anche i degustatori devono arrivare più possibili neutrali in termini di odori (es. evitare profumazioni).

Postazione
L’assaggiatore deve essere seduto comodo e sul tavolo deve esserci ampio spazio per appoggiare i bicchieri e per poter scrivere; i degustatori devono essere sufficientemente distanti l’uno con l’altro, per evitare disturbi o distrazioni.

 

Veniamo adesso alle condizioni psico fisiche. Altrettanto importanti sono lo stato d’animo, il benessere (fisico e mentale) e la buona disposizione del degustatore. Se la vostra mente non è serena, se avete mille pensieri per la testa, la vostra elaborazione sarà sicuramente fortemente compromessa. Bisogna approcciarsi alla degustazione in modo più sereno possibile, cercando di allontanare il più possibile le preoccupazioni e i pensieri quotidiani.

Sono altrettanto fondamentali la concentrazione e l’attenzione. Nella prima fase dell’assaggio bisogna cercare di pensare solo alla birra e alle diverse fasi della degustazione, evitando qualsiasi distrazione (anche soltanto una musica di sottofondo può limitare molto le capacità di attenzione).

Da tenere in considerazione anche il concetto di indipendenza. Cercare di percepire le reazioni degli altri assaggiatori, cercando un aiuto nella valutazione (ad esempio mormorando un difetto per essere certi che anche gli altri lo sentono) è inutile e dannoso; distoglie dal necessario livello di attenzione e non aiuta nella crescita delle proprie capacità. È certamente molto importante che – dopo la prima fase “solitaria” di assaggio – ci sia un confronto tra i diversi giudici e può essere che ci siano anche delle notevoli differenze di opinioni.

Indipendenza anche dal marchio. Un altro fondamentale aspetto: assaggiare il più possibile alla cieca, senza conoscere il nome della birra che si ha nel bicchiere. I preconcetti legati all’idea che si ha di quella birra o di quel produttore, la grafica della bottiglia, il modo in cui è scritta l’etichetta, sono in grado di influenzare moltissimo il risultato dell’assaggio. Provare per credere, ad esempio quando si va ad un festival: se siete con un gruppo di amici provate, a turno, ad andare a prendere birre note, ma senza dichiararle: vi sorprenderà come l’idea preconcetta che si ha di una birra che si conosce spesso non corrisponda al giudizio che se ne dà quando la si assaggia alla cieca. Così come non è assolutamente opportuno cercare di riconoscere una birra. È abbastanza inevitabile che il nostro cervello tenti di farlo (d’altronde è vero che il database gusto-olfattivo e la memoria di quello che si è assaggiato è molto importante), ma bisogna invece cercare di sforzarsi in direzione opposta, cercando cioè di non riconoscere la birra, anche se in qualche caso è sinceramente impossibile. Però è importante cercare di farlo, perché quando si pensa di aver individuato una birra che si conosce (salvo poi magari scoprire che era tutt’altra…) l’influenza del preconcetto disturba la limpidezza dell’analisi, distorcendola molto rispetto a quello che i nostri sensi ci stanno dicendo.