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Extra Stout dei birrifici Alvure e d’Ogliastra

Interpretazione sarda del canovaccio Foreign Extra Stout (esplicitamente dichiarato in etichetta e, peraltro, interessato, nel caso di specie, da contaminazioni con almeno altri due sottostili della gloriosa genealogia facente capo alle scure britanniche: quello delle Oatmeal e quello delle Milk Stout), questa esecuzione a quattro mani firmata dai birrifici Alvure (Elmas, Cagliari) e d’Ogliastra (Baunei, Nuoro) si fa apprezzare per la perentorietà e insieme l’armonia dei contenuti sensoriali. Il copione produttivo prevede impiego di avena, lattosio e (questo il tocco d’originalità) carrube: la sola polpa, aggiunta in bollitura dopo essere stata privata dei semi. Insomma una specie di… penitenza volontaria: alle cui fatiche fa d’altra parte seguito in risultato proporzionale allo sforzo.

 

Al banco di servizio, la massa liquida si presenta, canonicamente, di un ebano fitto, impenetrabile e guarnito da una densa bordatura di schiuma nocciola; mentre l’arco olfattivo, dandogli tempo di aprirsi, propone, attorno a una solida dorsale di torrefazioni (caffè, cacao, orzo in tazza), temi piacevolmente sfaccettati: accanto a quelli del frutto ospite si rintracciano liquirizia, pera, mirtillo e fave di tonka; il tutto anche in versione liquorosa, stante il ruolo (deciso, per quanto non arrogante) dei 7,2 gradi alcolici. Si va così alla bevuta: assestata sui registri di un corpo medio-robusto, di una carbonazione soffice, di una corrente etilica equilibratamente calda, di un iter gustativo – morbido in avvio per farsi poi snello e infine asciutto – attraversato da una venatura amaricante spinta, in chiusura, verso il limite alto dei valori mediamente espressi nel campo tipologico di riferimento. 

Extra Stout dei birrifici Alvure e d’Ogliastra

Nazione: Italia
Fermentazione: alta
Stile: Foreign Extra Stout
Colore: ebano
Gradi alcolici: 7.2% vol.
Bicchiere: calice a chiudere
Servizio: 10-12 °C