Una suora in birrificio: nel convento alla birra ci pensa Sorella Doris
Birra, religione e donne. Se in Belgio Orval scrive il proprio nome nel “libro dei record”, imponendosi come primo sito Trappista ad affidarsi a un brewmaster con carta d’identità al femminile (Anne-Françoise Pypaert), la risposta tedesca, in tema di quote rosa presso i tini di fermentazione, arriva nientemeno che da una suora: l’ultima in Europa a vestire ancora, e con grande energia, i panni di “padrona” di una sala cottura.
A Mallersdorf, in Baviera (siamo nella parte sudorientale del Land: entro il distretto governativo della Niederbayern), il convento delle “Povere Francescane della Sacra Famiglia” (congregazione fondata nel 1857 e aggregata all’Ordine dei Frati Minori nel 1908) vede all’opera una delle proprie 490 ospiti, sorella Doris Engelhard, che è arrivata ai suoi 65 anni, trascorrendo buona parte dei quali nel dedicarsi (oltre che alle precipue mansioni religiose) anche alle funzioni di braumeister.
È da ben 45 primavere infatti che, ogni domenica, si scuote di dosso le lenzuola alle 3 e mezza del mattino e provvede appunto a brassare, rendendo servizio anche in questo modo alla propria comunità. L’approccio al lavoro? Decisamente mistico o quantomeno spirituale: Doris dichiara di amare “il profumo che si spande mentre produce” (in modo artigianale, chiaramente); ma soprattutto confessa di “adorare quelle che sono creature di vita, come il lievito e l’orzo”. Quanto al consumo, consiglia (e ci mancherebbe) moderazione; sostenendo che la birra può avere effetti benefici, se consumata con giudizio: al massimo un litro e mezzo al giorno per gli uomini e 75 centilitri per le donne.