Hoppy Cat di Birra del Borgo
Tra le prime a comparire sul mercato italiano, quale rappresentante dello stile che oggi il Bjcp (Beer judge certification program) qualifica come Black Ipa, la Hoppy Cat – lanciata del Birrificio del Borgo ormai nel 2011 – reca in realtà in etichetta la definizione di Cascadian Dark Ale, formula che finora ha rappresentato la principale alternativa rispetto alla dicitura adesso ufficializzata dai sacri testi. Detto di sfuggita che nutrivamo maggior propensione per la seconda dicitura, quella “perdente”, al di là del nostro punto di vista, e di tutto l’accapigliarsi semantico che ha accompagnato l’alba della tipologia, il punto è che, a fronte di un’esecuzione come quella del marchio reatino, più che mai occorre riconoscere come, a contare, sia solo e soltanto la sostanza. Qualità di cui la “luppogatta” – progettata da Leonardo Di Vincenzo a quattro mani con Ken Fisher, brewer di Portland (Oregon), titolare del brand della Grateful Deaf – dispone in abbondanza.
Equilibrata, elastica, appagante senza opulenze, presenta in mescita la seducente tonalità di un bruno profondo, provvista di schiuma beige, non dilagante, ma di buona presa. Il naso è variopinto, nell’accostare moderate basi di torrefazioni e toni caldi (caffè, orzo, liquirizia, mandorla tostata) a più esuberanti sovrastrutture: correnti agrumate (pompelmo, chinotto), ventate balsamico-resinose e polposità da frutta tropicale (ananas, mango). E’ l’ensemble che ritroviamo anche all’assaggio, con i temi scuri in maggiore evidenza, ma senza stravolgimenti: il tutto tenuto in bella coesione dal collante di parti morbide che, pur ridotte al minimo sindacale, fanno appieno il proprio dovere. Pinta session, nonostante i non pochissimi (5.8) gradi alcolici.
Hoppy Cat di Birra del Borgo
Fermentazione: Alta
Stile: Cascadian Dark Ale (Black Ipa)
Colore: Bruno scuro
Gradi alcolici: 5.8%
Bicchiere: Pinta
Temperatura di servizio: 8-10°