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Negli USA scoperto un sistema di refrigerazione della birra in grotta del XIX secolo

Un’esplorazione archeologica porta ad una scoperta in campo paleo-industriale. Siamo nello Iowa (Stati Uniti), per l’esattezza nella cittadina di Cedar Rapids: un gruppo di ricognizione nel sottosuolo locale s’imbatte in quella che, a prima vista, identifica come una voragine; poi, a meglio ispezionare, si rende conto che si tratta probabilmente dell’accesso a una serie di grotte per la conservazione della birra. Le cavità si trovano a 30 metri di profondità e la loro datazione è fatta risalire a circa 150 anni or sono.

A orientare il personale del Dipartimento di archeologia dello Stato americano verso questa interpretazione, il fatto che nella zona esisteva in passato la Magnus Brewery, un complesso di cinque piani affacciato su Cedar Lake, ubicato appunto nella stessa area nella quale sono state scoperte le grotte. Questo impianto di produzione si era dotato di cinque cantine che potevano contenere complessivamente fino a 2.000 barili: chiuso nel 1915, è stato demolito nel 1937; al suo posto, negli anni seguenti, furono realizzate abitazioni, che poi sono state a loro volta smantellate per far posto a una strada. Quanto alle “ghiacciaie naturali”,  è noto come, prima dell’avvento delle attrezzature per la refrigerazione artificiale, il ricorso a caverne sotterranee per mantenere la birra fresca e ben conservata fosse pratica piuttosto comune. E in questo caso l’ingegno umano sembra proprio che avesse sfruttato al meglio la morfologia del terreno, per procurarsi un articolato deposito di mantenimento.