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Nuove birre in arrivo da Lambrate, Menaresta, LoverBeer e altri

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In Italia non mancano certo le opportunità per chi è in cerca di nuovi prodotti da assaggiare; nessuna tregua, neanche nel periodo invernale. 

Partiamo dalla nuova collaboration brew di Lambrate realizzata con Ken Fisher navigato birraio di Portland, non nuovo a cotte a più mani nella nostra Penisola. Si tratta di una Black IPA con aggiunta di segale, aromatizzata con peperoncini Habanero. Si presenta con abito nero con riflessi castani, con una schiuma fine e compatta color cappuccino. Ben caratterizzata al naso dai profumi rilasciati dall’habanero è arricchita da delicati sentori di cacao e caffè e note erbacee di luppolo. In bocca si avvertono inizialmente sfumature di caramello, tamarindo e cioccolato che preparano il palato a un deciso gusto di peperoncino, per poi concludere con un finale piacevolmente erbaceo e terroso.

11233165_10206971117750387_1349455033227388341_nSempre in questo filone grandi attese per la creazione nata dall’incontro tra due birrai molto diversi per filosofia produttiva: Mike Marphy di Lervig e Valter Loverier di LoverBeer. Due le birre realizzate: la prima Un americano a Roma, una Ipa a “trazione Lervig” di 6,6° alc. con il tocco di Valter dato dall’inserimento della melissa e da una buona perrcentuale di farro italiano; e una più alla LoverBeer, una birra di ricerca di cui vi daremo notizie più avanti (l’uscita è prevista in primavera), che avrà come protagonista spezie e aromi oltre ai rami di ginepro, che nei paesi scandinavi (Lervig è norvegese) venivano usati come filtro in ammostamento.

Tra le “birre collaborative” segnaliamo anche quella realizzata dal pugliese Svevo con l’aiuto del piemontese Kauss. si tratta di una birra dorata estremamente luppolata chiamata Falling Hop, nata dal lavoro fianco a fianco di due birrifici “opposti”: uno “storico” (2002), l’altro giovane (2013); uno del sud (Bari), uno del nord (Cuneo); uno specializzato nelle alte fermentazioni e l’altro nelle basse. 

etichetta CAUTION BARRICATION AREAPericolosa fin dal nome la flemish red ale di Menaresta battezzata Caution Barrication Area. Ottenuta tramite maturazione ossidativa di una strong ale (senza colmatura della botte a indurre una acidificazione spontanea), è invecchiata un anno in quarter cask di whiskey (Laphroaig), in cui si fondono armoniosamente l’anima fiamminga (l’acetico) e quella scottish (il torbato), a creare un gioco degustativo affascinante (8,5% vol.). La birra fa parte di un progetto di birre sour realizzate nella nuova barricaia. In arrivo anche una saison brettata e, da febbraio, le classiche Birra Madre e Roots, le due acide “storiche”.

In Puglia segnaliamo l’ultimissima creazione del birrificio Malatesta di Lecce: A Sante, ed è una dry stout dal colore molto intenso, con al naso note di caffè e leggere sfumature di cioccolato e liquirizia. Sapori tostati, non invasivi accompagnati da una frizzantezza moderata (4,7% vol.) 

Spostandoci in terra sarda troviamo l’ultima arrivata in casa Lara definita a Km 0. Il birrificio a conduzione familiare di Tertenia ha prodotto Breca, 100% sarda, realizzata con materie prime prodotte nell’isola: lievito, orzo, grano, luppoli e acqua. Intanto il colosso mondiale Heineken, dopo aver fatto un passo indietro sul presunto plagio dell’etichetta Moretta, benedice la birra sarda e i proprietari Francesca Lara e Gianni Piroddi tirano un sospiro di sollievo.