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Olmo del birrificio CRAK

olmo crakAlla faccia dell’American Amber Ale! Qui – almeno per ciò che riguarda il tenore alcolico (a quota 8), la fibra della corporatura e l’ammiccamento a leggeri vagheggiamenti liquorosi – siamo già un paio di passi almeno in territorio delle Double Ipa. Ma al di là di ogni questione di appartenenza stilistica, quel che ci interessa è attestare che la Olmo segna, sinceramente, un buon colpo per lo staff di Crak. E fa piacere che sia così, trattandosi di un’etichetta anche fortemente testimoniale, in ordine alla storia della microbrewery di Campodarsego (Padova). È infatti il prodotto che, originariamente, portava il nome di Amber Owl; e che poi ha assunto il primo nome del birrificio stesso, quando questo, da Olmo (appunto) è stato modificato nell’attuale Crak. Insomma, si tratta di una referenza alla quale l’impianto veneto ha affidato la conservazione di un frammento di storia, importante, della propria avventura. Quanto all’assaggio, ecco qua.

Colore ambrato profondo e, sì, rosseggiante; schiuma voluminosa, robustamente fitta e resistente; aromi sfaccettati, tra caramelli discreti, frutta sia casereccia (nettarine) sia esotica (mango, passiflora), agrumi (arancia amara e pompelmo rosa), resine ariose (per la cronaca, il mix di luppoli è composto da Centennial e Hallertau Mittelfruh). Il sorseggio vede crescere – in percezione – le parti morbide, con un deciso abbocco rotondeggiante che solo al momento in cui lo ritiene giusto, e per gradi, lascia spazio all’amaro, la cui intensità, in progressione, è destinata a crescere in un retronasale di nuovo a scorze rosse, avvinghiate a provvidenziali toni balsamici. Alquanto mascherata, peraltro, la stazza etilica: requisito sempre apprezzabile, per quanto insidioso.

Olmo Crak bottiglia

Olmo del birrificio Crak

Fermentazione: Alta
Stile:  American Amber Ale
Colore: Ambrata
Gradi alcolici: 8%
Bicchiere: Pinta
Servizio:  8-10°C

2 Commenti

  1. Simone, ma a te la birra quanto è piaciuta? Per me merita la sufficienza o poco più. La cosa che non mi ha convinto è la presenza invadente dei caramelli, che tu invece reputi discreti. Forse snellendo leggermente la base maltata si potrebbe ottenere una birra più interessante.

  2. La bottiglia che ho assaggiato, insieme a Nicola Utzeri, era discretamente in forma; tieni conto che, soggettivamente, a me caramelli, destrine e rotondeggiamenti vari tendono a non dispiacere. Poi bisogna anche vedere – lo dico in generale, riferendomi non a questo prodotto in specie – la variabilità di una birra lotto per lotto…